SAN PIETRO A PITIANA

Della pieve di San Pietro, di impianto medievale, se ne fa menzione già nel 1028: confermata ai vescovi di Fiesole con le bolle del 1102 da Pasquale II e del 1134 da Innocenzo II, fu fortemente rimaneggiata nel XIX secolo con la riduzione ad un’unica navata. La facciata, piuttosto sobria, è preceduta da un loggiato del XVI secolo sorretto da quattro colonne: nella muratura interna si conservano comunque i resti del preesistente impianto a tre navate con pilastri. Inserito nell’altare centrale è un antico rilievo (secolo XII) raffigurante il santo titolare: rilevanti sono anche due annunciazioni attribuite rispettivamente al figlio del Ghirlandaio, Ridolfo, e a Curradi, pittore fiorentino del Seicento, oltre al trecentesco tabernacolo realizzato in pietra serena. Repetti sostiene che la torre campanaria, caratterizzata da due ordini di bifore e monofore in successione, abbia probabilmente svolto in origine funzione difensiva. Quella di San Pietro a Pitiana fa parte della lunga catena di pievi che sorsero nell’Alto Medioevo lungo le pendici occidentali del Pratomagno in luogo dell’antica via etrusca che univa Fiesole ed Arezzo, oggi nota come “Via dei Setteponti”.

È distante dal percorso circa 1100 metri.

Al chilometro 10300 circa, all’interno dell’abitato di Donnini si lascia il percorso svoltando a sinistra in direzione di San Donato in Fronzano e Reggello, prendendo la strada dei “Setteponti” e raggiungendo, dopo una ripida salita, il complesso di San Pietro a Pitiana. Notevole il panorama sul Valdarno.