DAI CASTELLI ALLA FORESTA MILLENARIA

I primi metri in discesa in direzione di Ferrano mostrano immediatamente come il paesaggio circostante stia cambiando: le coltivazioni lasciano via via sempre più spazio ai boschi, ed un percorso prima in mezzo a delle radure passa ad essere ricavato lungo qualche scosceso pendio.

La montagna di Vallombrosa e Secchieta si fa più vicina ma non è la meta dell’itinerario, che scende e risale in modo alterno: l’ingresso nel bosco lascia soltanto qualche spazio alla vista del panorama sottostante, sebbene dall’altra parte della valle si intravedano elementi caratteristici di Ferrano come il castello e la chiesa di San Pietro.

Si giunge quindi nella frazione (km 28800) costeggiando le mura del castello per poi osservare Pelago dall’alto raggiungendo San Pietro ed entrando nella gola del Vicano. La strada torna a salire moderatamente, superando le case sparse ed avvicinandosi alla foresta: in corrispondenza della fine dell’asfalto, una eventuale deviazione a sinistra conduce all’antico complesso di Santa Maria a Ferrano.

Lo sterrato inizia accanto ad una piccola formazione rocciosa, sulla quale si erge una piccola cappellina in stato di abbandono: l’attraversamento del torrente comporta l’ingresso nel tratto più selvaggio del percorso de “La Leonessa”. La strada procede in falso piano tra boschi e tratti caratterizzati da castagneti, lasciandosi a destra il fondovalle: una radura precede l’innesto sulla strada che da Paterno sale a Campiglioni (km 32500), con il vicino torrione di Ristonchi che nuovamente ci ricorda quanto potente fosse attorno al Mille la famiglia dei Conti Guidi.

Inizia qui in località Cernitoio il tratto più impegnativo dell’intero percorso, con un tratto in salita tra cemento e sterrato con punte fino al 9-10%. Il tratto a mezza costa ci riporta infine nella valle del Vicano di Tosi, che si intravede ora in basso quasi trenta chilometri dopo il primo passaggio.

Dopo l’innesto in un’altra via sterrata (km 33800), la pendenza torna a farsi moderata e si sale dirimpetto a Vallombrosa e tutta la sua montagna: il bosco torna qui a farsi più rado, superando deviazioni verso strutture isolati come l’abbandonato eremo di Campiglioni. Una curva a cavatappi precede l’aggregato delle Piagge, ultimo baluardo prima dell’ingresso nella foresta vera e propria: qui la compagnia del Vicano di Tosi a destra e degli imponenti alberi fa da cornice allo splendido rumore della natura. Un tratto tra i più emozionanti che procede di nuovo in salita fino ad un ponte e la massicciata della strada tra Vallombrosa e Consuma, con l’ultimo metro di sterrato (km 37900) che ci indirizza verso sinistra: una variante a destra, in poco più di cinque chilometri, offre nuovamente la possibilità di raggiungere la millenaria abbazia vallombrosana.

L’asfalto, con qualche tratto in leggera salita, accompagna verso il culmine del percorso, innestandosi sulla strada Casentinese e giungendo finalmente dopo oltre 40km all’abitato di Consuma. Raggiunti i 1025 metri di quota in piazza La Pira si torna indietro per qualche centinaio di metri, imboccando a destra (km 42000) la dolcissima discesa di Moscia con uno sterrato che curva qua e là tra foresta e panorami sul fondovalli: l’imbocco sulla statale (km 44700) riporta sull’asfalto, per una veloce discesa fino all’abitato di Borselli.